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Se la sicurezza scolastica è una priorità che riguarda tutti...

Continuano le polemiche tra maggioranza e opposizione sul problema dell'edilizia scolastica

25 novembre 2008

"Dal momento in cui mi sono insediata ed alla mia audizione alle camere, ho messo in evidenza il problema dell'edilizia scolastica. Avevo visto e studiato un'indagine di Lega Ambiente che metteva in evidenza i numeri estremamente elevati legati a edifici che hanno ormai più di trent'anni di vita. Necessitano di manutenzione e, da subito, abbiamo deciso con il presidente Berlusconi di rivedere i meccanismi di spesa dell'Istruzione".
Questa una delle affermazioni del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, in merito al gravissimo incidente del liceo di Rivoli dell'altro ieri, nel quale è rimasto vittima Vito Scafidi, uno studente di 17 anni (LEGGI).

"Il nostro Paese spende circa 43 miliardi di euro ma il 97% se ne va per spese correnti ed è chiaro che il 3% in investimenti è una somma troppo limitata - ha proseguito Gelmini riferendosi alle risorse per la scuola - quindi da subito ci siamo attivati innanzitutto per aggiornare l'anagrafe sull'edilizia scolastica. C'è poi all'interno del decreto una norma di cui si è parlato poco, articolo 7 bis, che individua l'edilizia scolastica come infrastruttura strategica. Quindi consente di accedere ai fondi della Cipe, circa 500 milioni di euro che noi abbiamo aggiunto per l'edilizia scolastica, non tagliando i fondi sulla sicurezza". "Per altro abbiamo immediatamente distribuito i 300 milioni di euro stanziati dal precedente governo nel 2008 rendendo strutturale quell'intervento anche per il 2009. Chiaro che è solo un inizio ma credo che rappresenti l'attenzione del Governo, che è stata massima da subito su questo tema. Anche perché è molto bello poter spendere risorse per progetti strategici, per moltissime idee che nascono all'interno della scuola, ma la sicurezza è una priorità e riguarda tutti".

Ma dal Partito democratico continuano ad arrivare critiche e accuse rivolte al governo. "Il governo ha tagliato 23 milioni sui 100 destinati all'edilizia scolastica, e la tragedia di Rivoli dimostra che non si possono fare certi tagli". A proseguire la polemica sono state Manuela Ghizzoni e Mariangela Bastico, parlamentari del Pd. "Non è stata fatalità - rincara la dose Antonio Di Pietro - ma miopia politica". Il leader dell'Italia dei Valori ha attaccato Berlusconi dopo la dichiarazione del premier che ha addebitato la tragedia di Rivoli ad una fatalità inevitabile. E gli fa eco il vicesegretario del Pd Dario Franceschini che polemizza: "C'è una responsabilità politica, non sull'incidente in sé, ma sul fatto di aver tagliato risorse alla scuola".

Dalla maggioranza è arrivata un replica altrettanto forte: "Sono menzogne, questo è vampirismo della sinistra" ha detto Isabella Bertolini del direttivo Pdl alla Camera. Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione ha ammesso che il problema della sicurezza nelle scuole è "un'emergenza nazionale sulla quale il governo ha il compito di intervenire e lavorare alacremente" ("Sul caso di Rivioli evitiamo però di trarre conclusioni affrettate"), ma ha respinto al mittente le accuse di aver fatto tagli indiscriminati: "E' vero il contrario: l'edilizia scolastica è tra le infrastrutture strategiche da finanziare con il Cipe". Maria Stella Gelmini ha poi aggiunto che "tutti gli edifici scolastici avranno presto un certificato di staticità".
Pier Ferdinando Casini, leader Udc, ha innanzitutto richiamato le parti al "rispetto del dolore": "E' un Paese destinato ad andare a fondo se continuiamo a litigare su tutto. Bisogna essere più seri, fare un'anagrafe delle scuole e vedere cosa si può concretamente fare destinando fondi alla Finanziaria".

Intanto l'indagine sull'incidente prosegue: ancora sopralluoghi e interrogatori. "Noi non partiamo mai dal concetto che si tratti di una sciagura inevitabile", ha detto il procuratore capo di Torino Raffaele Guariniello. La magistratura ha individuato la ditta che nel '90 controsoffittò l'aula della quarta G. Indispensabile capire perchè sotto la copertura di cartongesso fu lasciato quel maledetto tubo di ghisa che non serviva più ma che, staccandosi dal soffitto, ha ucciso Vito e ferito altri venti compagni di classe. Nella classe dove è morto Vito sono state notate delle piccole differenze. Sembra che siano stati tolti dei mattoni e poi rimessi, forse per intervenire su perdite d'acqua. Se questo possa aver contribuito al crollo saranno i magistrati a stabilirlo
Altro capitolo sono i lavori di manutenzione: l'intercapedine dove era appeso il tubo di ghisa è alta un metro e venti, raggiungibile attraverso una botola. La situazione precaria del soffitto era ben visibile a chi si occupava di controlli. La scuola fu multata nel 2006 con 4.000 euro perché la documentazione sulla sicurezza era incompleta. Lo stesso anno l'Asl, dopo un sopralluogo, aggiornò però il documento di valutazione dei rischi, rilevando che non c'erano problemi, neanche strutturali.
Il procuratore Guariniello ha già affidato una consulenza tecnica a tre ingegneri del Politecnico. Il loro compito sarà chiarire cause del crollo e idoneità dei materiali.
E i vigili del fuoco hanno già presentato una relazione dalla quale emerge una situazione allarmante: ci sono altre 13 classi nella scuola in condizioni simili a quella crollata. Tra soffitto e controsoffitto sono infatti accatastati tubi, mattoni e impianti di ogni genere e quello che è successo in IV G avrebbe potuto accadere in altre aule.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

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25 novembre 2008
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