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Sgomberato il Teatro Mediterraneo Occupato

Ma in mezzo ai tanti problemi da risolvere a Palermo, l'urgenza è quella di sgomberare uno spazio culturale occupato?

03 luglio 2015

Ieri la polizia municipale palermitana ha dato corso al provvedimento di sgombero del Teatro Mediterraneo Occupato, a meno di 48 ore dal successo di Massa e Potere #2, prima produzione ufficiale del Tmo per la regia di Claudio Collovà, che ha registrato il tutto esaurito nel Festival delle Orestiadi di Gibellina.
"Una presenza spinosa - dice una nota del Tmo - quella del Teatro Mediterraneo Occupato all'interno della Fiera di Palermo, perché fa da specchio al fallimento in materia culturale dell'amministrazione sia con i Cantieri della Zisa al solito stallo, sia con un festino che inizia nel peggiore dei modi possibili, tra polemiche e ritardi".

"Palermo è patrimonio dei cittadini, di chi se ne prende cura, non di chi la amministra. Ne è piena dimostrazione il trattamento riservato da parte dell'amministrazione alla Fiera del Mediterraneo, un patrimonio cittadino lasciato all'abbandono e che solo grazie all'esperienza totalmente autogestita del Tmo ha rimesso a disposizione di tutti i cittadini spazi culturali e artistici e ha riportato all'attenzione la stato di abbandono della Fiera del Mediterraneo. Quest'ultima, come tantissimi altri spazi nella nostra città risulta essere immagine di una amministrazione miope e guidata dagli interessi speculativi di privati" dice Turi Pirrone del collettivo del Tmo che aggiunge: "Per questo motivo, proseguiamo il percorso sul regolamento, convocando il secondo incontro del Forum costituitosi lo scorso 17 giugno alla Fonderia Oretea, cui hanno partecipato anche rappresentanti istituzionali (tra cui gli stessi volti che oggi hanno dato via allo sgombero) accogliendo le istanze presentate, e rifiutiamo l'idea che lo spazio del Teatro Mediterraneo Occupato ritorni ad essere territorio di nessuno o peggio ancora oggetto di speculazione. Lo sgombero di questo spazio è un atto di forza nocivo e illogico, che questo teatro così come la città intera non meritano".

"Complimenti vivissimi, caro sindaco, che nel mezzo dei casini da risolvere in questa città che ha ingenuamente avuto fiducia in te, non trovi meglio da fare che mandare via da un luogo liberato dalle macerie e dall'immondizia fisica e spirituale, degli artisti che dici di amare e proteggere". Lo scrive in una lettera aperta a Leoluca Orlando il regista palermitano Claudio Collovà dopo lo sgombero del Teatro, che definisce una "vergogna".
"Non una parola - aggiunge - è stata spesa per difendere l'unico luogo autogestito di questa città, non assegnato in delibere serali il 31 di dicembre di un anno qualsiasi, mai una visita è stata fatta per capire e imparare a vedere al di là del proprio naso. Complimenti davvero, ora vi sentirete in pace, voi assessori di sinistra, chiusi nelle dimore a parlare tra di voi, mentre centinaia di persone affollano serenamente ubriache le strade del centro storico, infangate e affogate nell'alcol. Eppure ogni città europea ha luoghi autogestiti, autofinanziati, liberi dalle delibere consociative, liberi dalle imposizioni, dalle raccomandazioni, dalle amicizie malate e dall'appartenenza che a parole dici di avere sempre voluto combattere. Sai qual è la mia impressione? Che è proprio sull'appartenenza che il tuo potere fonda la sua irascibile presunzione di sapere come fare. Pochi intelligenti contro una massa di deficienti".

"Eppure, caro sindaco - prosegue - ricordo bene le tue parole durante l'occupazione del Teatro Garibaldi, anche quello un bene comune, parole che confermavano (ma era il periodo pre-elettorale) la possibilità che un centro autogestito potesse vivere e continuare a vivere come un isola felice, in un mare di regole, burocrazia, imposizioni, quelle sì, illegali. Non ho parole, ho solo la speranza che prima o poi andiate via. E ci liberiate dalla vostra scienza e sapienza. E complimenti davvero per la riapertura delle Fiera, vero polo e centro di produzione internazionale. Per due settimane abbiamo convissuto con la prepotente musica da discoteca e tra il puzzo del cibo chimico, in viali deserti. Se quella è la strada che indicate, io preferisco guardare altrove".

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03 luglio 2015
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