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Sicilfiat costa troppo al Lingotto. Se non ci pensa il governo lo stabilimento di Termini potrebbe pure chiudere

28 novembre 2006

Cambia il governo e cambiano le strategie per le grandi aziende, cambiano per queste le prospettive, molto spesso (troppo spesso) cambiano le nomine che occupano i posti più importanti. E' stato così per l'Anas, dovrà essere così per le Ferrovie, dovrà essere così anche per l'Alitalia.
E la Fiat? O meglio: e la Sicilfiat? Quali sono le prospettive per l'unica importante azienda industriale della Sicilia, sotto un governo di centrosinistra, e che ha come presidente della Camare un ex sindacalista?

La scorsa settimana Sergio Marchionne, amministratore delegato del Lingotto, ha fatto visita nello stabilimento di Termini Imerese (PA), e dopo aver girato le sezioni lastratura, verniciatura e montaggio e dopo aver mangiato alla mensa aziendale, ha incontrato i sindacati.
Davanti ai rappresentanti degli operai ha smesso il sorriso di circostanza e senza eufemismi ha chiesto ''l'intervento immediato delle istituzioni per salvare lo stabilimento siciliano''.

''Costruire un'auto qui costa alla Fiat 1000 euro in più che nel resto d'Italia'' ha detto Marchionne ai delegati sindacali e ai tre segretari territoriali di Fiom, Fim e Uilm. ''La Sicilia è un'isola, occorrono subito interventi sulle infrastrutture per ridurre i costi logistici che la Fiat deve affrontare per mantenere la produzione a Termini Imerese''.
Angelo La Barbera, delegato della Cgil, per sdrammatizzare ha sottolineato come ''comunque lo stabilimento fino al 2008 abbia in produzione la Lancia Y e quindi ci sia tempo per questi investimenti sulle infrastrutture''. Ma Marchionne, senza sorridere, ha risposto: ''Gli investimenti e gli interventi da parte delle istituzioni devono arrivare al più presto, non possiamo aspettare che si arrivi al 2008''. Come dire, se non arriva l'appoggio del governo si chiude con o senza Lancia Y.

Un segnale agghiacciante che purtroppo non è stato l'unico per i sindacati e gli operai. Infatti, riguardo all'assegnazione di una delle 23 nuove linee di produzione allo stabilimento di Termini Imerese, il manager del Lingotto ha spento ogni speranza di rilancio per Sicilfiat: ''Marchionne ci ha annunciato che i due nuovi modelli del segmento B, la nuova Lancia Y e la nuova Alfa Romeo junior, saranno assegnati agli stabilimenti di Melfi e Mirafiori - ha detto Roberto Mastrosimone, segretario territoriale della Fiom - questo mette in grave difficoltà il futuro della fabbrica di Termini Imerese, perché gli altri modelli previsti nel piano industriale hanno potenzialità produttive non sufficienti per il rilancio dello stabilimento''. In altre parole ciò significa che i modelli con un mercato più ampio non sarebbero più prodotti in Sicilia.
Per Vincenzo Comella della Uilm ''dopo 30 anni di produzione di auto di segmento B, questo cambio improvviso può significare veramente l'affossamento dello stabilimento di Termini Imerese''.
Marchionne ha ribadito che l'assegnazione di una nuova linea di produzione allo stabilimento siciliano e l'inserimento di Termini nel rilancio aziendale, dipendono da un possibile intervento del governo regionale e di quello nazionale: ''In pratica ci ha detto che la scelta del nostro piano industriale dipende da quello che a questo punto deciderà di fare il presidente della Regione Salvatore Cuffaro'', ha ripetuto Giovanni Scavuzzo, della Fim Cisl.
Di certo Marchionne, oltre a chiedere un intervento da parte delle istituzioni, non ha accennato ad alcun tipo di investimento della Fiat nei confronti di Termini: ''Non ci ha detto nulla sul rilancio del nostro stabilimento - ha aggiunto Mastrosimone - che continuerà a produrre l'attuale Lancia Y fino alla primavera del 2009, ma sempre con ritmi da 350 auto al giorno, quando potenzialmente ne potremmo produrre almeno 800. La situazione è grave e c'è molta preoccupazione tra gli operai che dalla visita di Marchionne si aspettavano parole più confortanti''.

Il segretario regionale di Rifondazione comunista, ex sindacalista della Fiom, Rosario Rappa, ha chiesto l'istituzione di un tavolo di trattativa ''per affrontare il nodo dei costi di trasporto'': ''In cambio però la Regione deve chiedere alla Fiat garanzie sui modelli da assegnare a Termini, sull'indotto e sui livelli di occupazione''. I tre segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto invece un incontro urgente col governo nazionale, quello regionale e l'azienda.

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28 novembre 2006
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