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Sono giornate importantissime per l'archeologia subacquea in Sicilia

Rinvenuti nel giro di poche ore due relitti di navi onerarie a Siracusa e a Trapani

16 luglio 2020
Sono giornate importantissime per l'archeologia subacquea in Sicilia
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Sono giornate importantissime per l'archeologia subacquea in Sicilia. Nel giro di due giorni sono stati rinvenute due antiche navi onerarie a Siracusa e a Trapani.

All'inizio di questa settimana il primo rinvenimento da parte della Soprintendenza del Mare è stato fatto nel fondale marino antistante Ognina. Il relitto di una nave oneraria, ovvero un'imbarcazione adibita a traffici commerciali e contenente un ingente carico di ceramiche da mensa di epoca tardo antica, è stato rinvenuto ad una profondità di circa 75 metri, in un vasto areale caratterizzato da un fondale prevalentemente pianeggiante costituito da sabbia mista a fanghiglia.

Il rinvenimento dei reperti nel fondale di Ognina

L'importante scoperta è avvenuta nel corso di alcune immersioni subacquee di esplorazione e documentazione storica autorizzate e coordinate dalla Sopmare ed effettuate da due subacquei altofondalisti, con il contributo dell'associazione Capo Murro Diving Center di Siracusa.

I due reperti recuperati a Ognina

La Soprintendenza ha disposto il recupero di due reperti quali elementi diagnostici del carico del relitto sulla scorta di una sommaria descrizione degli scopritori. I due reperti, che presentano notevoli incrostazioni, consistono in una ciotola a doppio manico con coperchio e in una brocca a forma di campana. I due reperti che rappresentano espressione di una ceramica da mensa priva di colore (acroma), farebbero pensare ad un insieme di ceramiche di origine africana databili intorno al IV sec d.C.

Un momento del rinvenimento di alcuni reperti del relitto sul fondale di Marausa

Circa 48 ore dopo è stata la volta del rinvenimento, effettuato sempre dalla Soprintendenza del Mare, a Marausa. Il ritrovamento, realizzato con la collaborazione della Capitaneria di Porto di Trapani, è avvenuto grazie alla segnalazione di un relitto con anfore da parte di Francesco Brascia, dipendente del ministero della difesa del 3/° stormo Trapani Birgi.

L'immersione  si è svolta a circa 60 metri dalla costa, dove è risultata subito visibile una porzione di circa dieci metri di un relitto sostenuto da un costone di sabbia, posizionato parallelamente alla costa. Proprio tra la sabbia sono stati individuati innumerevoli frammenti di anfore.

I tanti frammenti di anfore trovate vicino il relitto nel fondale di Marausa.

La Sopmare ha già prelevato tre reperti per le necessarie indagini diagnostiche: di questi uno presenta sull'orlo un'iscrizione, l'altro sotto il collo porta incise due lettere A e F e il terzo è una porzione di anfora contrassegnata da un'incisione che ricorda una torre. I reperti, orli di anfora africana, sono attestabili alla tarda età imperiale. Le anfore venivano utilizzate per il trasporto di derrate alimentari; ciò confermerebbe la presenza di un emporium, come aveva già ipotizzato Sebastiano Tusa al momento della scoperta del primo relitto di Marausa, recuperato a 500 metri di distanza ed oggi esposto al Baglio Anselmi di Marsala.

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16 luglio 2020
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