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Sotto il tetto della Cattedrale. La protesta dei senzatetto di Palermo: ''Dateci le case requisite alla mafia''

13 ottobre 2006

Una cinquantina di persone aderenti al ''Comitato di lotta per la casa - 12 luglio'' hanno occupato ieri mattina la Cattedrale di Palermo. L'ennesimo, clamoroso gesto di protesta con il quale i manifestanti chiedono al Comune, ancora una volta, di risolvere l'emergenza che riguarda centinaia di famiglie senza alloggio, assegnando loro gli immobili confiscati alla mafia e rimasti finora inutilizzati.

E stanotte hanno dormito sul pavimento della navata sinistra della grande Cattedrale, i senzatetto protestatari insieme con i loro figli. ''Non ce ne andremo da qui - dice Toni Pellicano, portavoce del Comitato 12 luglio - fino a quando il sindaco Diego Cammarata non ascolterà le nostre ragioni. Il primo cittadino continua a parlare di rispetto della graduatoria per l'assegnazione delle case popolari, facendoci passare per dei prevaricatori: noi chiediamo che siano provvisoriamente assegnati alloggi che non fanno parte di quella graduatoria, per consentire a centinaia di famiglie che dormono letteralmente in strada o dentro le auto, di ovviare all'emergenza''.
In Cattedrale le funzioni religiose sono state svolte regolarmente: ''la nostra non è stata un'occupazione - aggiunge Pellicano - ma una richiesta di ospitalità alla Curia, che ce l'ha concessa''.
''Faremo amicizia - dicono i manifestanti - anche con i preti e i turisti che affollano la Cattedrale se non ci daranno una casa che è un diritto''. ''Non ce ne andremo - dice Toni Pellicano - fino a quando non avremo segnali concreti di risoluzione del nostro problema da parte del Comune. Troppe promesse non sono state mantenute''.

La protesta dei senzatetto è cominciata circa sei mesi fa, dopo che l'attuale assessore comunale alla Casa, Franco Mineo, aveva annunciato l'istituzione di una commissione per l'assegnazione a famiglie disagiate di alloggi confiscati alla mafia. ''Questo accordo non è mai stato rispettato - sostiene Pellicano - dopo sei mesi aspettiamo ancora di avere ciò che ci spetta. Non vogliamo più i buoni-casa, chiediamo che la nostra situazione possa essere risolta del tutto''.

Dal canto suo il sindaco Diego Cammarata ha ribadito: ''Ho ripetuto in diverse occasioni che non intendo incontrare quanti utilizzano la pressione di piazza e fanno violenza alla città per far valere le loro ragioni. Tanto più quando oggetto di questa violenza è il simbolo più sacro della città, la Cattedrale di Palermo''. Il sindaco ha spiegato che che sulla questione della tutela e della sicurezza ha chiesto al prefetto Giosuè Marino una riunione urgente del Comitato per l'ordine e la sicurezza - in riferimento ad un gruppo di cittadini che da stamani manifesta all'interno del Duomo.
''Avvertiamo in maniera forte - ha detto ancora Cammarata - il disagio di quanti sono in difficoltà e ci chiedono una casa. Da quattro anni e mezzo questo problema è al centro della nostra attenzione ed abbiamo fatto tutto il possibile per trovare soluzioni adeguate''. ''Dell'emergenza abitativa - aggiunge - abbiamo discusso proprio nei giorni scorsi con il ministro delle infrastrutture Di Pietro al quale abbiamo chiesto di avere trasferiti i fondi necessari ad affrontare un programma di costruzione di nuovi alloggi per rispondere in maniera adeguata ad una domanda che purtroppo è enorme''.

Il sindaco ha ricordato inoltre che nel dicembre 2002 ha chiesto con forza al Commissario straordinario del governo per i beni confiscati alla mafia la possibilità di utilizzare gli immobili confiscati per dare alloggi alle famiglie indigenti. ''Appena un mese dopo il Commissario ha accolto la nostra richiesta. Da allora abbiamo individuato e consegnato 37 alloggi confiscati alla mafia ad altrettante famiglie. Attualmente però il Comune non dispone di altri alloggi di questo tipo che possano essere assegnati''.
''Come ho detto altre volte - ha concluso il Sindaco - voglio ancora ribadire che tutti gli alloggi di cui disponiamo saranno assegnati tenendo conto di una graduatoria in grado di garantire trasparenza e legalità. La graduatoria a cui mi riferisco è quella che è stata redatta dagli uffici, dopo un vuoto durato venti anni, sulla base di un bando pubblico e dopo avere tenuto conto anche dei ricorsi ricevuti. Questa è l'unica graduatoria a cui l'Amministrazione comunale possa fare riferimento, e questo a garanzia di un progetto di legalità che è fatto di diritti ma anche di doveri''.

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13 ottobre 2006
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