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Tremore e paura in Sicilia e Calabria

Ieri il Tirreno meridionale è stato interessato da un forte evento sismico, verificatosi a 200 km di profondità

27 ottobre 2006

Ieri pomeriggio i siciliani e i calabresi hanno vissuto ''interminabili secondi di paura'' a causa di due forti scosse di terremoto, a distanza di pochi secondi l'una dall'altra, che si sono verificate a mare, al largo delle Isole Eolie. Hanno tremato le pareti, i lampadari hanno iniziato ad oscillare velocemente e i quadri si sono spostati rimanendo poi di sbilenco. Tanta, tanta paura, ma nessun conseguenza, per fortuna.
Come dire, ogni tanto la crosta terrestre ricorda a noi meridionali che nelle carte sismiche le nostre regioni sono colorate da un vivo rossore...
  
COMUNICATO INGV (Magnitude 5.7 - SICILY, ITALY - GOLFO_GIOIA_TAURO - 2006/10/26 14h28m37.85s - UTC) - Il terremoto delle 14h28m37.85s (UTC) del giorno 2006/10/26 è avvenuto nel Tirreno meridionale, 20 km a sudest dell'isola di Stromboli, a una profondità di circa 208.80 km. La magnitudo dell'evento è pari a 5.7. La forte magnitudo ha causato un risentimento molto esteso in tutto il Sud Italia, ma la elevata profondità ha sicuramente attenuato i possibili effetti del terremoto. La zona del Tirreno meridionale non è nuova a questi eventi. In quest'area si registrano ogni anno centinaia di piccoli terremoti a profondità compresa tra 10 km (intorno alla Calabria) e 500 km (nel Tirreno centrale). Il terremoto di oggi si colloca esattamente lungo la zona di approfondimento degli eventi, causato dalla ''subduzione'' della placca Ionica al disotto della Calabria e del Tirreno. Generalmente questi terremoti si presentano come scosse isolate. Non sono state registrate repliche al momento (18:00 italiane). Considerata la profondità del terremoto, non c'è rischio di tsunami.

Insomma, dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ieri si ha avuto subito un messaggio rassicurante. Ovvia la paura, ma terremoti del genere per la zona interessata sono di una normalità assoluta, in questo punto, infatti, la crosta terrestre si immerge dentro il mantello del pianeta. ''Non c'è da allarmarsi. Si è trattato di un evento sismico verificatosi in una zona ben nota a questi fenomeni'', ha detto ieri il professore Enzo Boschi, presidente dell'Ingv. Certo se la scossa fosse stata più superficiale, hanno fatto notare gli esperti, le conseguenze sarebbero state gravi, ma così non è stato.
L'evento sismico è stato avvertito dalla popolazione in Calabria, Sicilia, Puglia e con minore intensità in Basilicata. In molte zone la gente è scesa in strada.
Le province maggiormente interessate sono state quelle di Vibo Valentia, Messina e Reggio Calabria. ''Nessun danno a cose o persone'' è stato comunque segnalato dal Dipartimento della protezione civile regionale della Calabria, dove sono giunte numerose telefonate da parte di cittadini. Molte le chiamate anche al centralino del Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, ma anche in questo caso non è stato segnalato nessun danno, medesima cosa in Sicilia.

''Il sisma di questo pomeriggio - ha detto Enzo Boschi, invitando alla calma - è avvenuto in una zona molto ben identificata, l'unica del Mediterraneo in cui ci possono essere terremoti con epicentri a grandi profondità. Infatti, è stato registrato a oltre duecento chilometri sotto il mare. E per questo è stato avvertito in una zona molto vasta: tanto più è profondo l'epicentro, tanto più l'onda d'urto in superficie è vasta. Non c'è però nessun effetto disastroso, questo genere di terremoti fanno vibrare le cose, ma non producono grandi danni''. Per Boschi, inoltre, non c'è alcuna relazione con la nuova fenditura dell'Etna, né con le altre scosse sismiche registrate sempre ieri in Friuli e ad Isernia, né con quelle dell'altro ieri a Cassino in provincia di Frosinone e a Reggio Emilia.
''E' l'Africa che s'infila sotto l'Europa - ha spiegato il geologo Mario Tozzi -. La scossa di ieri conferma, e non ce n'era bisogno, che quella zona è tra le più attive d'Italia. Tutti i terremoti dalla Sicilia a Gaeta hanno la stessa origine. Un monito - insiste Tozzi - per tutti: in quell'area bisogna stare attenti a quello che si costruisce''.

Quello di ieri comunque - hanno detto gli esperti - è stato il sisma più forte da trent'anni a questa parte nel Tirreno. Occorre, infatti, risalire al 15 aprile 1978 per ritrovare un terremoto di tale intensità in quella zona. Il 6 settembre 2002 avvenne un sisma di 5,9 gradi tra Palermo e Ustica a una profondità di 10 km.

E come già accaduto in occasione di altri eventi sismici, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha raccolto e raccoglie, tramite Internet, le informazioni sugli effetti del sisma. A poche ore dall'evento è stata già disponibile la prima mappa degli effetti del terremoto sulle persone e sulle cose.
Ecco il link del questionario dell'Istituto: www.ingv.it/questionario.

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27 ottobre 2006
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