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Tutti contro Pippo Baudo! Continuano le sfortune per il famoso show man catanese

La Rai a chiesto a Pippo Baudo danni per 4 mln di euro. Anche gli eredi di Turi Ferro ce l'hanno con lui

04 dicembre 2004

Il secondo round dell'incontro Pippo Baudo vs Rai è stato assegnato alla Rai.
Nelle scorse settimane, infatti, la Radio televisione italiana ha presentato un conto al Pippone nazionale, di oltre quattro milioni di euro di danni, in seguito al contenzioso iniziato nel luglio scorso con le polemiche dichiarazioni del conduttore che hanno portato alla rottura con l'azienda di Viale Mazzini.
Il presentatore comprensibilmente ''affranto'' e ''frastornato'' ha così commentato: ''la Rai si accanisce con me'', e aggiunge che tutto questo per la Rai ''avrà un effetto controproducente anche davanti a un altro giudice, che per me è stato sempre molto importante: il mio pubblico''.

L'atto di citazione depositato dalla Rai al Tribunale civile di Roma, consta di 40 pagine in cui si parla di ''dichiarazioni diffamatorie ed accusatorie degli attuali vertici aziendali'', fatte da Baudo e immediatamente riprese dai media, è in sostanza una definitiva porta in faccia all'artista, un segno che non c'è più spazio per alcuna conciliazione.
L'atto di citazione elenca diversi episodi: la conferenza stampa convocata nel luglio scorso in cui Baudo parlò di mobbing da parte dell'azienda, diverse interviste e interventi tra cui quello pubblicato sul sito dell'associazione Articolo 21 in cui il conduttore attaccò i ''predoni che vogliono appropriarsi della storia e del prestigio della più grande istituzione culturale del Paese''.
Viene citata anche la partecipazione di Baudo, nel maggio 2003, al programma 'Il grande talk', su Sat 2000, nel corso della quale il presentatore rilasciò dichiarazioni ''lesive degli interessi patrimoniali e morali dell'Azienda''.

''La citazione milionaria è la risposta - ha detto Baudo - alla mia richiesta del tentativo di conciliazione previsto dalla legge per le controversie di lavoro, la Rai chiede al Tribunale ordinario di condannarmi perché ho detto, come è mio diritto, che alcuni suoi dirigenti sono stati nominati su designazione politica senza che avessero una specifica competenza in materia radiotelevisiva. Se pensano di farmi così tacere - prosegue - sbagliano di grosso. Le questioni da me poste saranno debitamente approfondite, anche in sede giudiziaria''.

Per il presentatore di Militello (CT) che dopo la fuga alla Fininvest dovuta all'ira per il Baudo 'mandarino' e 'nazionalpopolare' con cui il presidente di allora, Enrico Manca, lo aveva etichettato, pur di rientrare a metà anni '80 tra le braccia accoglienti di Mamma Rai cedette come penale per la risoluzione anticipata del contratto con Fininvest, un intero palazzo all'allora tycoon tv Silvio Berlusconi (lo stesso da dove si realizza il Tg5), i 4 milioni di euro chiesti per danni dalla Rai, suonano come una ''tragica beffa''.
Per la Rai, le frasi del conduttore ''hanno come unica finalita' quella di mettere in cattiva luce l'Azienda ed i vertici della stessa lasciando unicamente e palesemente emergere un chiaro intento denigratorio e diffamatorio''. L'azienda, si legge nell'atto depositato, quantifica inoltre i danni patrimoniali in non meno di un milione di euro, più un altro milione di euro per danni non patrimoniali.

L'anno nero di Baudo, che a questioni di salute e familiari (ricordiamo il divorzio da Katia Ricciarelli) aggiunge anche l'altrettanto dolorosa separazione dalla Rai, si sta concludendo nel peggiore dei modi.
E non finisce qui. Anche dalla propria terra natia arrivano magagne per il povero Pippo, che alla consegna del Tapiro d'Oro di Striscia la Notizia, nei giorni scorsi, è apparso smunto e stinto.
Gli eredi del grande attore catanese Turi Ferro, hanno denunciato il Teatro Stabile di Catania per non avere pagato i diritti d'autore per la messa in scena, nella scorsa stagione, del riadattamento, realizzato dall'attore scomparso, de «L'altalena» di Nino Martoglio.
L'esposto è stato presentato nel luglio scorso e la procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati anche Pippo Baudo, in qualità di presidente dello Stabile di Catania.
Il reato ipotizzato è quello di plagio.
Pippo Baudo si dice "dispiaciuto e profondamente addolorato sul piano personale" per la denuncia presentata dagli eredi di Turi Ferro alla Procura di Catania, ma non ha commentato l'iscrizione nel registro degli indagati, limitandosi a osservare che "presto tutto si chiarirà".

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04 dicembre 2004
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