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Un altro passo avanti nel campo degli xenotrapianti

A tentare e ottenere questo importante risultato ben 2 laboratori concorrenti

04 gennaio 2002
Un altro passo avanti nel campo degli xenotrapianti grazie ad un felice connubio con l'ingegneria genetica.
Sono stati clonati e modificati geneticamente due cucciolate di lattonzoli con una singolare proprietà: è stato inattivato in loro il gene che provoca il rigetto; Un passo decisivo verso la possibilità di utilizzare organi di suino per trapiantarli sull'uomo senza provocare la reazione di rigetto.

A tentare e ottenere questo importante risultato ben 2 laboratori concorrenti. Il primo della PPL Therapeutics, nota a tutti per la clonazione della pecora Dolly. In una sua fattoria in Virginia sono stati generati i primi cinque lattonzoli femmine dai nomi Noel, Angel, Star, Joy e Mary.
La PPL ha dichiarato che la loro clonazione rientra in un programma di ricerca di una cura per i sofferenti di diabete. Il secondo annuncio è arrivato poche ore prima dalla nota rivista "Science". Scienziati dell'Università del Missouri e della società Immerge BioTherapeutics hanno ottenuto un maiale nano, cui è stato disattivato un gene specifico che aggrega sulla superficie delle cellule suine una particolare molecola di zucchero che non viene riconosciuto dal sistema immunitario umano ed è spesso causa di rigetto del tessuto trapiantato.
Liangxue Lai, Randall Prather ed i loro colleghi della Università del Missouri e della Immerge BioTherapeutics di Charleston (Massachusetts) hanno dichiarato in un'intervista telefonica: "I nostri quattro lattonzoli godono di ottima salute. Questo risultato ci offre una soluzione nel breve periodo per superare il problema della scarsità di organi umani da trapiantare, e anche per avere cellule produttrici di insulina per curare il diabete."

Perché i maiali? Questo animale risulta geneticamente il più adatto per gli xenotrapianti sugli umani; il cuore in particolare ha dimensioni analoghe a quelle del cuore umano e da parecchi anni si ricorre alle valvole cardiache prelevate dai maiali negli interventi di cardio-chirurgia.
Si conosce inoltre già da tempo il modo per modificare geneticamente i tessuti suini, in modo da renderli accetti al sistema immunitario umano.

Un passo in avanti rilevante ma non privo di rischi; ai motivi etici che si oppongono a tale direzione vanno aggiunti interrogativi molto più concreti, come la possibilità che con il trapianto possano passare all'uomo anche virus tipici dei maiali, provocando nuove malattie. Le obiezioni arrivano dallo stesso mondo scientifico. Una recente ricerca britannica ha infatti dimostrato che un retrovirus endogeno suino è capace di infettare le cellule umane. Solo un anno fa un gruppo di esperti nominati dal governo britannico ha denunciato l'eccessivo ottimismo della comunità scientifica a riguardo. La PLL ha fatto sapere che passerà alla sperimentazione degli xenotrapianti sulle scimmie. Ci vorranno probabilmente ancora diversi anni prima che questa tecnica possa essere provata sull'uomo.

Le multinazionali della sanità studiano questa possibilità da anni interessate forse più all'esorbitante potenziale economico legato a questo importante traguardo che alla salute di chi ne beneficerà.

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04 gennaio 2002
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