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Un buon ''bianco'' Natale a tutti...

Bufera nel Pdl a causa della proposta bipartisan per voto agli immigrati. E la Lega sforna un'altra ''splendida'' idea...

20 novembre 2009

Diritto di voto alle elezioni comunali e circoscrizionali per gli extracomunitari residenti in Italia da almeno cinque anni. E' quanto prevede la proposta di legge bipartisan presentata due giorni fa alla Camera da esponenti dell'opposizione e della maggioranza ad esclusione della Lega.
L'iniziativa legislativa è stata presentata a Montecitorio da Walter Veltroni, Salvatore Vassallo del Pd, Flavia Perina e Fabio Granata del Pdl, Leoluca Orlando dell'Idv e Roberto Rao dell'Udc. Una proposta, ha spiegato Veltroni, dietro alla quale "non ci sono ragioni politiche, ma solo il rispetto del ruolo del Parlamento", e che "risponde ad una priorità nell'affrontare i temi dell'immigrazione: quella di garantire inclusione e responsabilizzazione".
"E' indispensabile - ha aggiunto Veltroni - evitare che si crei per gli immigrati che risiedono regolarmente nel nostro Paese una condizione di 'estraneità' che può portare alla separazione e all'antagonismo". Il voto amministrativo agli extracomunitari, ha ricordato Veltroni, "è già nella pratica di molti Paesi europei, per l'esattezza 16 su 27, anche se con modalità diverse tra Paese e Paese. Garantire il diritto al voto amministrativo è un modo per favorire l'inclusione e la responsabilizzazione, al contrario dei respingimenti, che sono un'invenzione retorica basata sulla paura".

Fabio Granata, già oggetto di critiche da parte della Lega e non solo per la proposta firmata 'in coppia' con il deputato del Pd Andrea Sarubbi sulla cittadinanza 'breve'
, e Flavia Perina, direttore de 'Il Secolo' e tra i primi firmatari della proposta sul voto agli immigrati, hanno respinto gli addebiti per l'iniziativa bipartisan che vede nettamente contrario il Carroccio: "Ci sono - ha replicato Perina - grandi partite nazionali dove non è possibile criminalizzare o usare schemi di schieramento. Sarebbe sbagliato considerare il tema del voto agli immigrati, pur all'interno di regole ben definite, come un tabù per la politica italiana. E non ci sentiamo 'extraterrestri': nei grandi partiti, come il Pdl, c'è l'avanguardia politica, c'è il 'corpo' del partito, e poi c'è la retroguardia politica. Noi ci sentiamo nella prima di queste categorie".
Né valgono, secondo i promotori dell'iniziativa, le critiche mosse da alcuni a fronte della scelta di legiferare per via ordinaria: "Sul piano giuridico non ci sono dubbi sulla possibilità di procedere con legge ordinaria", ha detto Vassallo rispondendo a chi ha obiettato che fosse necessaria una legge costituzionale per intervenire sul diritto di voto. "Si tratta - ha detto Orlando - di un atto di rispetto dello spirito europeo: non si capisce perché, se un cittadino extracomunitario ha diritti e doveri per la scuola o per il lavoro, non debba averli, a livello locale, per la scelta di chi deve amministrare il territorio". "Chi strumentalizza questi temi sbaglia, perché qui stiamo parlando - ha sottolineato Rao - non di clandestini, ma di persone che vivono e lavorano regolarmente nel nostro Paese da cinque anni. L'inclusione, dunque, deve essere concreta e non solo a parole".

Ma il ddl bipartisan crea tensioni nella maggioranza. "E' inaccettabile che su un tema così delicato alcuni colleghi appartenenti al gruppo del Pdl abbiano preso l'iniziativa di presentare un disegno di legge firmato con esponenti di tutti i gruppi dell'opposizione, senza che la presidenza del gruppo sia stata minimamente interpellata e tenendo conto che questa proposta non è contenuta nel programma di governo", ha affermato il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. "D'altra parte - ha sottolineato Cicchitto - la materia non rientra in quelle riguardanti la bioetica, come il testamento biologico, sulle quali vige la libertà di coscienza. Ricordiamo che in una riunione dell'ufficio di Presidenza i coordinatori nazionali del partito avevano preannunziato che si sarebbe svolta una riunione dell'organismo dirigente del partito, vista l'esistenza di diversi pareri sull'argomento. Evidentemente va fatta una scelta politica ricorrendo all'unico strumento decisionale possibile, quello costituito dal metodo democratico".
Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi ha invece denunciato "una saldatura, innanzitutto sul piano culturale, come avevo recentemente avvertito, tra la sinistra e alcuni esponenti della destra italiana provenienti dalla storia del Msi e poi di Alleanza nazionale. E' un dato nuovo della situazione politica italiana da valutare con attenzione".

Ovviamente, a bocciare l'iniziativa anche il leader del Carroccio Umberto Bossi: "Sugli immigrati noi non siamo d'accordo. Per la Lega la via giusta è che devono essere mandati a casa loro. Non c'è lavoro neanche per noi, figuriamoci per loro". Per il Carroccio infatti "la concessione del diritto di voto alle elezioni amministrative agli immigrati è un'idea tipicamente di sinistra. Noi, ovviamente - ha sottolineato il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota - siamo fermamente contrari perché siamo coerenti rispetto agli impegni presi con chi ci ha votato. Il diritto di voto è una cosa seria sacra - ha aggiunto Cota - che spetta solo ai cittadini. La precisazione del capogruppo Cicchitto sulla posizione del Pdl è molto opportuna, altrimenti la gente non capisce più nulla".

E intanto la Lega propone un "Bianco" Natale" - Mentre maggioranza e opposizione, o meglio, maggioranza e maggioranza si accapigliano per la nuova proposta bipartisan sul voto agli immigrati, l'ennesima iniziativa della Lega contro gli immigrati fa discutere non poco. Protagonista questa volta è il comune di Coccaglio, nel bresciano, dove il sindaco è deciso a controllare tutti i permessi di soggiorno del suo paese e a revocare la residenza, entro Natale, agli extracomunitari non in regola, in un'operazione di controllo denominata 'White Christmas'.
"Sicuramente un nome inappropriato per un'operazione che nulla a che vedere con il Natale e con il suo spirito" ha commentato all'Adnkronos don Giovanni Gritti, parroco della chiesa Santa Maria Nascente. "La Chiesa e la nostra parrocchia - ha ricordato il sacerdote - in ogni caso sono un luogo di accoglienza dove tutti posso rivolgersi". "Abbiamo preso contatti con l'amministrazione - ha aggiunto Don Gritti - per avere chiarimenti. Per quello che sappiamo dovrebbe trattarsi di un controllo di tipo statistico-anagrafico, escludendo così ogni intento razzista. L'assessore alla sicurezza probabilmente voleva riferirsi alla canzone natalizia, ma in ogni caso era una scelta che andava evitata".
A Coccaglio, sottolinea il parroco "non c'è vero razzismo anche se a volte si usano termini pesanti per definire alcune situazioni. La legalità - ha concluso il parroco - va fatta rispettare ma con buon senso, tenendo in considerazione ogni caso specifico, senza mai generalizzare".
Intanto sulla vicenda è intervenuto con toni duri anche Ffwebmagazine, l'edizione online della rivista della fondazione "Farefuturo". "Cari leghisti, giù le mani dal Natale (almeno). L'ultima boutade della Lega Nord ha per lo meno il beneficio della sincerità: 'Forse è una scelta infelice' - si legge in un corsivo - E, se lo dicono loro stessi, significa che l'idea di cacciare gli immigrati nel giorno di Natale da un anonimo paesino del bresciano di nome Coccaglio con un'operazione chiamata per giunta 'White Christmas' è - per usare un eufemismo - un'offesa al gusto e alla sensibilità dei cristiani. Ma soprattutto un'insopportabile speculazione sul significato del Natale". "Lo spirito di questa iniziativa, al di là della sua legittimità legislativa, fa discutere per l'appropriazione e la motivazione di una presunta difesa dell'identità - scrive il magazine della fondazione vicina a Gianfranco Fini - Che non è né religiosa né culturale". "La giustificazione religiosa di un'operazione politica che riguarda la sicurezza è una strumentalizzazione inutile e volgare - afferma l'autore dell'articolo Antonio Rapisarda - Perché un'interpretazione del cattolicesimo in chiave di esclusione del prossimo in un qualsiasi oratorio sarebbe punita almeno con dieci Ave Maria. Ci auguriamo, insomma, che gli amministratori di Coccaglio questa storia della cacciata degli immigrati non la raccontino ai loro figli nelle scuole come esempio di carità cristiana. Almeno a Natale".

E dalla Sicilia, Salvatore Resca, vice parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo e anima dell'associazione Cittainsieme di Catania, fa un offerta al sindaco e alla giunta leghista di Coccaglio: dei crocefissi con il Cristo in pelle nera da esporre nelle aula scolastica e negli uffici pubblici.
La proposta provocatoria è contenuta in una lettera aperta del vice parroco in seguito all'annuncio "dell'operazione 'White Christmas'".
"Al sindaco e alla giunta leghista - si legge, tra l'altro, nella missiva firmata da padre Resca - chiediamo se nelle scuole e negli uffici pubblici dello stesso comune sia appeso ed esposto il Crocifisso. In caso contrario, essendo in possesso di crocifissi col Cristo in pelle nera, siamo disposti a fornirne, a prezzi di concorrenza, un quantitativo adeguato".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

- Viaggio nel paese di White Christmas di Sandro De Riccardis (Repubblica.it)

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20 novembre 2009
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