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Un ricco patrimonio nella mostra ''Sacra. Opere d'arte nel restaurato Museo Diocesano di Palermo''

L'ultimo evento per i 25 anni dei Beni Culturali in Sicilia

07 gennaio 2004
Come ultimo evento in programma nelle celebrazioni per i "25 anni dei Beni Culturali in Sicilia", c’è stato quello che potremmo chiamare "regalo ai cittadini palermitani" (dopo la "liberazione" della Fontana Pretoria), ossia l’inaugurazione dell’ala restaurata del Museo Diocesano di Palermo.
Fondato nel 1927 e rimasto chiuso per oltre vent’anni, il museo ha riaperto i battenti sia pure con solo due dei tre livelli destinati a sale espositive, nei prestigiosi locali del Palazzo Arcivescovile di Palermo.
L’evento è stato celebrato con la mostra intitolata "Sacra. Opere d’arte nel restaurato Museo Diocesano di Palermo", che offre una significativa campionatura del ricco patrimonio del museo nella proposta di un itinerario, a cura della prof. Maria Concetta Di Natale, che alterna dipinti, sculture e suppellettili liturgiche in rigoroso ordine cronologico, dal XII al XVIII secolo.
Inoltre, all’apertura, un’inedita sorpresa, con l’esposizione delle strutture antiche e dei reperti archeologici emersi nel corso degli scavi condotti, negli anni scorsi, nel cortile del palazzo.

Il Museo Diocesano di Palermo
Il Museo Diocesano di Palermo fu fondato nel 1927, in alcuni ambienti del Palazzo Arcivescovile, dal Cardinale Lualdi che, seguendo l'orientamento di Papa Pio XI, aveva promosso l'istituzione di tali Musei Diocesani d'arte legati al culto, in maniera da raccogliere il materiale artistico che rischiava di andare perduto nelle chiese in disuso.
Dopo la seconda guerra mondiale il Museo fu riorganizzato da Mons. Filippo Pottino su incarico del Cardinale Ernesto Ruffini. Il Pottino, oltre a recuperare le preesistenti opere d'arte, con particolare attenzione alle numerose sculture che già decoravano la Cattedrale di Palermo, raccolse molti dipinti salvati dai bombardamenti e non più ricollocabili nei luoghi d'origine perché distrutti.
Il Museo, ampliato, fu inaugurato nel 1952 e venne anche realizzata una guida redatta dallo stesso Pottino.
Una nuova ristrutturazione delle sale del Museo inizia negli anni Ottanta, mentre era Arcivescovo il Cardinale Salvatore Pappalardo. I lavori, attualmente in corso d'opera, prevedono un nuovo allestimento, secondo moderni criteri scientifici d'esposizione museografica delle collezioni, che saranno esposte anche nei saloni del piano nobile del Palazzo Arcivescovile, compreso la cappella con gli affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans del 1733. 
 
Tra le più antiche opere possedute si segnalano la Madonna della Luce, mosaico d'età normanna, la Madonna della Perla e la Madonna detta la Spersa, tavole d'età normanno-sveva, le opere d'importazione pisana, come il Ruolo dei confrati defunti d'Antonio Veneziano (1388) e il Trittico di Gera da Pisa (fine del XIV secolo). Tra le testimonianze del Quattrocento sono i dipinti di pittori locali come il Maestro delle Incoronazioni, Tommaso de Vigilia, Pietro Ruzzolone, Antonello Crescenzio, Riccardo Quartararo, Matteo de Perrucchio e di scultori immigrati come Domenico Gagini e Francesco Laurana. 
Numerose anche le sculture provenienti dalla smembrata tribuna marmorea della Cattedrale di Palermo di Antonello Gagini e Aiuti. Sono presenti diverse opere del pittore napoletano del primo Cinquecento Mario di Laurito, tra cui le tele smembrate del soffitto dipinto nel 1536 per la distrutta chiesa dell'Annunziata. Dipinti più recenti, comprendenti anche opere d'artisti immigrati, sono quelli di Vincenzo da Pavia e Simone de Wobreck. Il Manierismo locale è rappresentato dalle tele dei pittori Pietro D'Asaro, detto il Monocolo di Racalmuto, da Gaspare Bazzano, soprannominato lo Zoppo di Gangi, e da Giuseppe Salerno tutti e tre attivi tra la fine del XVI e i primi del XVII secolo. Vi sono poi le opere di scuola genovese come la tela del Martirio di Santo Stefano di Bernardo Castello del 1619. Tra i dipinti seicenteschi presenti, si evidenziano quelli di Pietro Novelli e della scuola che veicola la cultura caravaggesca nella Sicilia occidentale.. 
 
L'opera plastica di Giacomo Serpotta è rappresentata dalle due teste in stucco già appartenenti alle sculture allegoriche della Clemenza e della Fede. Le collezioni del Museo, passando attraverso l'Ottocento con dipinti di Giuseppe Velasco e sculture lignee dei Bagnasco, comprendono anche opere di artisti contemporanei. Il Museo di recente ha proceduto anche all'acquisizione per donazione di opere d'arte tra cui l'Incoronazione della Vergine della fine del XV secolo attribuita al Maestro di Santa Chiara di Palencia.
Al momento il Museo è in fase di restauro e non è aperto al pubblico, ma le collezioni sono visibili per motivi di studio.

Il museo sarà aperto al pubblico tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle 10 alle 19, ed i festivi dalle 10.00 alle 14.00. Ingresso gratuito fino al 31 gennaio

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07 gennaio 2004
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