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Una crescita lenta e contenuta, ma comunque una crescita. La situazione siciliana nei dati della Fondazione Curella

13 novembre 2006

Buone nuove per la Sicilia, almeno secondo i dati emersi dal XX Osservatorio congiunturale della Fondazione Curella ''Economia 2007'', che si è svolto venerdì scorso a Palermo.
Secondo questi, infatti, il tasso di disoccupazione nell'Isola è diminuito di oltre nove punti percentuali in dieci anni: dal 1996 al 2006 gli occupati sono infatti passati da 1,337 milioni a 1,511 milioni.
Durante il convegno si sono affrontati anche i temi dell'export, delle infrastrutture del Mezzogiorno, della capacità di spesa della Sicilia e dello sviluppo stentato dei vari settori produttivi dell'Isola.
Presente, oltre al presidente della fondazione Curella, Pietro Busetta, il presidente della Regione Salvatore Cuffaro.

I dati raccolti dalla fondazione sulla situazione del Sud parlano chiaro: c'è una crescita ma molto contenuta, sebbene la Sicilia e il Meridione facciano registrare progressi in positivo sempre al di sopra della media nazionale. Piccoli passi in avanti sono stati fatti ad esempio nel mercato del lavoro. ''Un altro dei nodi focali dell'economia del Mezzogiorno e della Sicilia - ha detto Busetta - è rappresentata dall'export che ha fatto registrare un aumento positivo in linea con la media percentuale di crescita dell'intero Paese''. In Sicilia le esportazioni sono aumentate del 246% dal 1991 al 2005. La quantità di prodotti esportati è aumentata del 41,8% nello stesso periodo.
''Nel Mezzogiorno su quattro persone ne lavora solo una - ha concluso Busetta - mentre nel Nord due. Il reddito pro capite è un po' meno della metà di quello del centro-nord, la dotazione infrastrutturale è il 50% di quella media del Paese. Questi dati sono la conseguenza del fatto che il Mezzogiorno è una bandiera per i tanti che la indicano come priorità nazionale, ma quando si deve concretizzare la destinazione delle risorse agiscono tirando la coperta solo dall'altra parte''.

Questo, quindi, secondo i dati prodotti dalla Fondazione Curella, che troverebbero in disaccordo molti attori politici. Tra i dati meno favorevoli per la Sicilia e che, questi sì, troverebbero un'unanimità,  la capacità di spesa dei fondi europei, che ha registrato un incremento soltanto negli ultimi anni dopo una partenza disastrosa ma che sta tentando il recupero, mentre il turismo non sfrutta ancora tutte le potenzialità. ''Per fare il salto di qualità occorre dotare la Sicilia di sistemi di trasporto migliori - ha concluso Busetta - e bloccare la fuga dei cervelli e il persistente fenomeno dell'emigrazione dal sud verso aree più produttive del centro-nord''.

Per Cuffaro la presenza dei dati positivi messi a disposizione dalla fondazione, sono stati, come dire, un sospiro di sollievo: ''Prendo atto che i dati positivi finalmente vengono riconosciuti fuori dalla bagarre elettorale. Ho sempre sostenuto che c'è una Sicilia che cresce e lo confermano i dati forniti dalla fondazione Curella e quelli degli altri istituti di ricerca. Sono confortanti i numeri che dimostrano una diminuzione della disoccupazione e un aumento delle esportazioni. Condivido il messaggio lanciato dal professore Busetta e dovremmo cercare di mettere la Sicilia 'fortemente' al di sopra dei partiti'', ha commentato Totò Cuffaro.

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13 novembre 2006
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