Una proposta dall'Ocse: l'energia delle biomasse come alternativa al petrolio
L'energia degli scarti ambientali da sostituire ad un'energia piena di scarti
Le biomasse potrebbero massicciamente sostituire nei prossimi anni i combustibili fossili per fornire energia. E' questa l'affermazione dell'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che scaturisce dal rapporto pubblicato a Parigi, e che sollecita i governi a incoraggiare l'innovazione tecnologica per ridurre lo scarto dei suoi prezzi con quelli del petrolio e del gas.
Nel documento, intitolato "Biomass and agriculture: sustainability, markets and policies", l'organizzazione internazionale sottolinea come, in un periodo di instabilità dei prezzi petroliferi, i costi dell'energia prodotta a partire da scorie animali e vegetali potrebbero diventare più competitivi.
Secondo il rapporto, i governi dovrebbero evitare i loro incentivi finanziari a favore dei bioprodotti, in quanto "falsano i mercati e comportano una dipendenza a lungo termine alle sovvenzioni". Sarebbe meglio, ritengono gli esperti dell'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, "sviluppare strategia a lungo termine che poggiano sulle risorse locali e incoraggiare la costruzione di bioraffinerie in grado di utilizzare non solo i cereali, oleaginose e zucchero, ma anche riciclare vari sotto prodotti dell'agricoltura".
L'Ocse propone anche la creazione di "mercati del carbone" sui quali i produttori di biomasse beneficerebbero di crediti a titolo della sostituzione dei combustibili fossili.
Attualmente, segnala il documento, il 7% della produzione di calore e l'1% di quella totale di elettricità provengono, nei paesi industrializzati, dalla biomasse contro il 25% dei paesi in via di sviluppo. Nel rapporto si sottolinea anche che per utilizzare il bioetanolo, prodotto a partire di zucchero e cereali, sono sufficienti solo ''leggere modifiche dei motori attuali".