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Una rondine non fa primavera, ma uno starnuto sì! La stagione delle allergie è cominciata

30 marzo 2017
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Le pollinosi sono diffuse in tutta Italia, ma in Sicilia la stagione dei rischi è già iniziata. Lo conferma Nunzio Crimi, direttore del Centro di Allergologia e Pneumologia del Policlinico di Catania. "Marzo è un mese critico per chi soffre di allergie, soprattutto in Sicilia - spiega - secondo i nostri dati, a inizio marzo è iniziata la fioritura delle oleacee come il frassino, e delle graminacee più diffuse. Questa situazione determina una destagionalizzazione delle allergie che può portare molte persone a prolungare fino alle soglie dell'estate la manifestazione dei sintomi allergici".
Per quanto riguarda i sintomi più tipici si parla soprattutto di prurito e congestione nasale, congiuntiviti, tosse stizzosa o anche affanno. Sul fronte sociale si conferma come le allergie primaverili siano non solo fastidiose, ma anche causa di perdita di molte giornate lavorative o scolastiche, oltre ad avere costi sempre più elevati per le cure.

In Sicilia la percentuale dei pazienti allergici risulta essere del 35-50% della popolazione. Il 7% soffre di asma bronchiale e circa il 20-30% di disturbi a carico delle alte vie aeree (naso) e congiuntivite. Le cause di queste manifestazioni sono da imputare nel 60% ai pollini di piante ed erbe e il 40% a sensibilizzazioni allergiche agli acari della polvere e ai peli di animali. In Sicilia, tra i pollini quello della parietaria rappresenta la causa più frequente delle sensibilizzazioni (circa il 60% delle pollinosi), seguiti dal polline delle graminacee e dell'olivo. [Articolo di Nuccio Sciacca - Lasiciliaweb.it]

Le Oleacee costituiscono una famiglia di piante allergeniche ad ampia diffusione sulla superficie terrestre e insieme alla parietaria costituiscono la specie maggiormente responsabile delle allergie nell'area del Mediterraneo. Appartengono a questa famiglia l'olivo, il frassino e il ligustro, piante che producono una gran quantità di polline nei mesi primaverili, sostanzialmente da fine marzo a fine di giugno. La loro particolarità è quella di alternare anni di grandissima produzione di polline ad anni di produzione ridotta il che costituisce una notevole variazione d'intensità allergica da un anno all'altro.
Di solito sono infatti i granuli pollinici di piante erbacee o arboree che li utilizzano per la loro riproduzione grazie all'opera del vento (impollinazione anemofila) che provocano malattie allergiche che vanno sotto il nome scientificamente corretto di "pollinosi". Questi disturbi si presentano con una starnutazione che può variare da occasionale a ciclica, che si accompagna a rinorrea (intensa secrezione acquosa) e a congestione e prurito nasale.

Il problema si sta facendo sempre più serio in quanto, lo si accennava prima, la pollinosi è una delle più comuni e diffuse malattie con notevoli rilievi sotto il profilo socio-economico e sanitario.
Il polline di Oleacee in particolare è uno degli allergeni inalanti più frequentemente responsabile di manifestazioni allergiche a carico dell'apparato respiratorio. Uno dei sintomi più frequenti negli episodi "importanti" è infatti la congestione e l'edema delle mucose nasali che causando una forte ostruzione delle narici obbliga il soggetto a respirare con la bocca. In un certo numero di casi, che sono in aumento, l'infiammazione interessa anche la mucosa bronchiale e si sviluppano crisi asmatiche.

L'aumento esponenziale dei soggetti allergici viene confermato dall'Associazione Italiana di Aerobiologia (AIA), l'associazione scientifica che da più di trent'anni si occupa dello studio delle particelle aerobiologiche aerodisperse, della loro liberazione, diffusione e deposizione e degli effetti che ne conseguono sulla salute dell'uomo e dell'ambiente. Fin dalla sua nascita dal 1985 l'Associazione coordina la rete di monitoraggio degli aeroallergeni (RIMA) con oltre 60 centri di monitoraggio attivi e distribuita su tutto il territorio nazionale. "I cambiamenti climatici e le attività dell'uomo influenzano la diffusione e i periodi di fioritura delle piante e possono modificare la presenza spazio-temporale dei pollini da esse prodotti - dicono gli esperti dell'AIA -. Il campionamento di pollini e spore allergenici presenti in atmosfera costituisce un utile strumento per prevedere l'emissione in atmosfera di particelle vegetali, pollini e spore, responsabili di manifestazioni allergiche, per la previsione della stagione pollinica, fornendo un utile contributo per un miglioramento delle strategie preventive e terapeutiche delle patologie allergiche".

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30 marzo 2017
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