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L'impatto di un anno di pandemia sugli italiani

Cosa abbiamo perso? Cosa abbiamo imparato? Come siamo cambiati? Guidapsicologi.it prova a rispondere

14 aprile 2021
L'impatto di un anno di pandemia sugli italiani
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Dopo un anno di pademia è tempo di bilanci, di capire quali sono stati gli apprendimenti più importanti, quali le perdite più difficili da recuperare, come ci si prende cura di sé e come sia cambiato in profondità il nostro quotidiano, sempre più esposto a una relazione estenuante con i dispositivi tecnologici.

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Gli esperti di Guidapsicologi.it hanno svolto un'indagine tra gli utenti per conoscere lo stato attuale dei pensieri e delle sensazioni degli italiani, dopo un anno di grandi fatiche e di grandi cambiamenti, che ci ha colti di sorpresa e ha alterato la nostra quotidianità, creandone una totalmente nuova con la quale, poco a poco, stiamo imparando a convivere.

Il grande problema del sonno

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Com'è ben noto, i pensieri e le preoccupazioni tolgono il sonno. E in questo periodo, i motivi per avere difficoltà a conciliare il sonno non sono pochi. La conferma arriva dai dati: il 65% degli italiani ha difficoltà a conciliare il sonno, solo il restante 35% afferma di non avere nessuna difficoltà ad addormentarsi e che riposa perfettamente.

Ma quali sono i rimedi più diffusi per combattere l'insonnia? Per il 66% di coloro che hanno difficoltà a dormire, il rimedio sono i medicinali, mentre per il restante 34% sono sufficienti tecniche di rilassamento.

Prendersi cura di sé. Che cosa significa

Prendersi cura di sé. Che cosa significa

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Prendersi cura di sé è un concetto molto personale. In quest'ultimo anno, anche la cura di sé è stata oggetto di cambi di rotta, più o meno repentini. Si tratta di normali evoluzioni, perché a seconda dei momenti e dell'umore il nostro corpo e la nostra mente ci domandano attenzioni diverse: per questo è importante imparare a sviluppare un ascolto attivo di sé.

La maggior parte degli intervistati per prendersi cura di sé sceglie di adottare uno stile di vita sano, praticando sport, mantenendosi attivi e mangiando in modo corretto ed equilibrato (43%), mentre c'è chi preferisce sottoscrivere una polizza sanitaria (36%) e chi infine considera l'affetto e la vicinanza degli amici come la più efficace delle medicine (21%).

Il 2020 ci ha insegnato a volerci più bene

Il 2020 ci ha insegnato a volerci più bene

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Il 2020 è stato un anno di rivoluzioni interiori, che hanno portato a più o meno grandi cambiamenti. Ciò che è certo è che dai momenti di difficoltà possiamo trarre importanti insegnamenti. Non a caso in questi mesi si è parlato molto di resilienza, ovvero la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

A questo proposito, la buona notizia è che il 64% degli intervistati ha imparato a volersi più bene. Un passo importante a livello relazionale, tipico dei momenti di difficoltà, è stato quello di scoprire chi sono i veri amici, come confermato dal 13%. Molto realista e con poca voglia di alimentare speranze, il 23% degli intervistati pensa che la più grande lezione di questa pandemia è che non si possono fare progetti.

Cosa perdiamo: equilibrio mentale, curiosità e spontaneità

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Davanti alla richiesta di identificare una cosa persa che non tornerà per un po', al primo posto troviamo l'equilibrio mentale (36%), segue la curiosità e la voglia di viaggiare per il mondo (33%) e infine la spontaneità nella relazione con gli altri (31%).
È il quadro esatto di quest'anno, nel quale l'equilibrio emotivo ha vacillato così tanto che adesso viene messa in discussione la spontaneità nell'approccio con gli altri e viene meno la voglia di conoscere e esplorare posti nuovi.

Si è intensificata la relazione con i dispositivi tecnologici

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In quest'ultimo anno la relazione con la tecnologia, in generale, è aumentata. Ad affermarlo è il 54% degli intervistati, che si sono trovati da un giorno all'altro a sostituire riunioni e incontri fisici con i loro equivalenti virtuali. Per il 40% la relazione con smartphone, tablet, pc e social network è rimasta invariata, mentre per una piccola parte, il 6%, riconosce la necessità di disconnettersi da questa forte esposizione alle nuove tecnologie.

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14 aprile 2021
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