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Lo stato dell'arte del Turismo nel Trapanese

I flussi, le presenze, la politica e la voglia di fare rete del settore turistico nella provincia di Trapani

06 aprile 2017
Lo stato dell'arte del Turismo nel Trapanese

L'evoluzione dei flussi turistici, il passaggio dai distretti alle DMO (Destination Management Organization), gli esempi positivi di reti e sinergie fra pubblico e privato sono stati al centro dell'VIII edizione di "Turisti per cosa" il convegno annuale sul movimento turistico in Provincia di Trapani che si è svolto a fine marzo al Museo Pepoli di Trapani.
L'iniziativa, molto partecipata anche da istituzioni, imprenditori, operatori del turismo ed esponenti politici locali, è stata organizzata da Trapani Welcome in collaborazione con il Distretto Turistico Sicilia Occidentale e la Pro loco "Trapani Centro".

Ad introdurre i lavori Paolo Salerno di Trapani Welcome: "Questa è l'ottava edizione di Turisti per cosa, impossibile dire che in otto anni le cose non siano cambiate, ma resta il bisogno di fare rete, di analizzare i bisogni e le potenzialità reali del territorio". È seguita poi un'analisi dei flussi turistici del 2016 riguardanti la provincia di Trapani. Secondo i dati raccolti dal settore statistica del Libero Consorzio dei Comuni, il turismo lo scorso anno è cresciuto ma in maniera disomogenea. Si è registrato un aumento dell'8,2% dei visitatori italiani (470.718 presenze nel 2016 a fronte di 434.996 presenze del 2015), mentre c'è stato un decremento del -3,4% dei turisti stranieri (199.226 presenze nel 2016 a fronte di 206.193 presenze del 2015). Per quanto riguarda il movimento turistico per tipologia ricettiva, resta ancora debole la presenza di alberghi a 5 stelle mentre sono importanti le presenze in alberghi a 4 e 3 stelle (rispettivamente il 47,4% e il 35,5% delle presenze registrate nel 2016), molto ricca è l'offerta di b&b, case vacanze, campeggi, e residenze turistico alberghiere che accolgono gran parte del restante flusso turistico.

"L'aeroporto lavora nel territorio, con il territorio e per il territorio - ha detto il direttore generale di Airgest Giancarlo Guerrera - quindi l'affluenza è indissolubilmente legata alle politiche turistiche territoriali. Secondo gli ultimi dati il traffico di è circa di 1 milione e mezzo di passeggeri (quasi completamente legato al low cost) che genera circa 4.300 posti di lavoro per un Pil nel territorio superiore a 270 mln di euro l'anno. Oggi l'aeroporto di Trapani lavora bene, si è costruito un set di risultati da 10 anni a questa parte che vanno tutti in questa direzione. Per quanto riguarda la concorrenza con gli altri aeroporti si tratta di una cosa normalissima che subisce chiunque nel settore. Gli aeroporti di Trapani e Palermo insistono sullo stesso bacino di riferimento e non possiamo disconoscerlo perché lo ha deciso il mercato, questo il motivo per cui, ad esempio, Ryanair trasferisce con una certa leggerezza il volo Trapani-Torino a Palermo".

Il passaggio - in corso da parte della Regione - dai distretti turistici alle DMO (Destination Management Organization ) è stato illustrato da Girolamo Barraco (Servizi Turistici Regionali): "I distretti turistici in Sicilia sono 25, quello che si vuol fare è partire da questi per giungere a 8 destinazioni turistiche tematiche (cultura, cibo, mare, isole minori, ecc) intese come esperienze da vivere, al di là dei confini territoriali".
"Il Distretto Turistico Sicilia Occidentale - ha detto il presidente Giuseppe Pagoto - nasce dalla volontà di fare promozione ma anche coordinamento e mediazione nel territorio, dopo l'abolizione delle Province. Sostituire i distretti territoriali con delle DMO è deleterio perché credo che non si possano unire esperienze così diverse e distanti come ad esempio Taormina e Trapani sotto un unico percorso tematico. La scommessa dei prossimi mesi sarà di incrociare tutte le possibilità che ci sono, finanziamenti, risorse e opportunità consolidando anche i rapporti con il vettore low cost Ryanair".

Marcello Maltese della Fondazione "Francesco La Grassa" ha parlato invece dell'interessante progetto della candidatura dell'UCEE a Capitale Italiana della Cultura che ha visto in rete privati enti e istituzioni del territorio per un progetto giunto fra i 10 finalisti giudicati dal MiBACT: "L'unione dei comuni elimoericini era - nel territorio- quella che rappresentava meglio il profilo del possibile candidato a capitale della cultura secondo le direttive del bando del Ministero. Era fondamentale essere tutti insieme per costruire una strategia comune, un lavoro di squadra mai realizzato prima. E questa è stata già una prima vittoria. Sono stati prodotti un dossier e un video, coinvolte le energie del territorio, il fatto che a gennaio ha vinto Palermo per un certo verso è stato secondario perché questo network ha continuato a funzionare, abbiamo finalmente capito che il lavoro di squadra può essere redditizio per portare avanti nuovi progetti".

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06 aprile 2017
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