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Non chiamatela cassatella!

La "Cassatedda di Ciciri" di Partinico entra nella rete delle comunità del cibo di Slow Food

07 febbraio 2019
Non chiamatela cassatella!

Non chiamatela cassatella! Si chiama cassatedda ed è protagonista di un nuovo progetto di valorizzazione territoriale promosso dalla Pro Loco di Partinico in collaborazione con Slow Food Palermo. Si tratta di un dolce recuperato dalla memoria partinicese, poco conosciuto e unico nel suo genere, perché ripieno con una purea di ceci (ciciri).

Veduta di Partinico - ph Royo82
Partinico vista da Romitello | Foto di Royo82 - Opera propria, CC BY-SA 3.0

Nella doppia 'd' dialettale c'è tutta la rivendicazione territoriale, l'orgoglio di una identità e la volontà di marcare in modo categorico la sostanziale differenza con i celebri dolci ripieni di ricotta che si trovano un po’ per tutto il territorio siciliano (da quelle trapanesi a quelle della provincia di Enna). L'assonanza, per i partinicesi infatti, non ammette confusione.

Le cassateddi di ciciri e i suoi ingredienti - ph sapori.sicilia.it
Foto di sapori.sicilia.it

La ricetta di questo dolce si è sempre tramandata all'interno delle mura domestiche e appartiene ai ricordi di ogni famiglia, adesso però diventerà un'attrazione gastronomica tutelata da un'apposita Comunità della Cassatedda di Ciciri con tanto di disciplinare di produzione.

La particolarità delle cassateddi di ciciri è il loro ripieno: una purea di ceci addolcita dal miele e dalla zuccata...

"Abbiamo voluto portare sotto i riflettori e fare conoscere al pubblico un tassello importante del patrimonio culturale di Partinico ,che pensiamo possa fare da incentivo nell'offerta di turismo gastronomico che ancora stenta a prendere piede nel nostro areale" commenta Matteo Lo Duca, responsabile della Pro Loco di Partinico.

Miele e Cannella

"È il dolce figlio della fame, della miseria - racconta Paolo Antico, il pasticcere ambasciatore della cassatedda che ha recuperato la ricetta originaria attraverso un lungo iter di raccolta di interviste agli anziani di Partinico - I ceci erano il legume che la gente del luogo aveva a disposizione per sfamarsi e le mamme li riducevano in purea e li addolcivano per allietare i loro bambini".

Cioccolato fondente a scaglie

Il cuore della cassatedda è una purea di ceci - di piccola pezzatura -, zuccata e cannella, che il rituale casalingo voleva pestata nel mortaio di rame, miele millefiori di ape nera siciliana e scaglie di cioccolato. Il tutto poi viene avvolto in una pasta lavorata energicamente con i polsi, resa bruna da un infuso di caffè, fatta di grano duro siciliano, altro elemento caratterizzante l'unicità di questo dolce dato l'utilizzo diffuso del grano tenero nella preparazione dei dolci.

I ceci erano il legume che la gente del luogo aveva a disposizione per sfamarsi e le mamme li riducevano in purea e li addolcivano per allietare i loro bambini...

La selezione delle materie prime, rigorosamente siciliane, compreso l'olio extravergine d'oliva di Cerasuola, cultivar emblema della tradizione olivicola di Partinico, è la conditio sine qua non per far rientrare la cassatedda di ciciri nella rete delle comunità del cibo di Slow Food.

Cassateddi di Ciciri - ph insuperabiliincucina.wordpress.com
Foto di insuperabiliincucina.wordpress.com

"L'attenzione agli ingredienti è fondamentale per educare ad un certo modo di consumare, rispettoso delle produzioni locali, delle tradizioni, della salute dell'uomo e dell'ambiente, nonché necessaria per sensibilizzare sul futuro dello stesso - precisa Mario Indovina membro del comitato esecutivo regionale di Slow Food -. Anche una semplice cassatedda rientra nel quadro delle azioni per contrastare, per esempio, il cambiamento climatico, tematica che va tenuta all'ordine del giorno per la sua criticità". [Informazioni tratte da un articolo di Manuela Laiacona - Repubblica/Palermo.it]

La ricetta della Cassatedda di Ciciri

La ricetta della Cassatedda di Ciciri

Impasto: 1 kg di farina di rimacino; 300 gr strutto; 150 gr di vino bianco; 100 g zucchero semolato; 2 tazzine di caffè; acqua qb; cannella in polvere qb; bacche di vaniglia qb. Olio extra vergine d’oliva per friggere e zucchero semolato (o a velo) e cannella per spolvero.

Farcia: 1 kg di ceci; 150 gr cioccolato fondente; 150 gr miele mille fiori; 200 gr zuccata; cannella in polvere qb.

Passare al setaccio i ceci cotti (dopo averli ammollati per 24 ore) ed amalgamare con gli altri ingredienti. Mettere da parte.
Lavorare la farina con lo strutto, incorporare zucchero e vino bianco q.b. Impastare bene e formare una palla, avvolgerla in pellicola per alimenti e tenerla in frigo per 1 ora circa.
Tirare la pasta fino a renderla sottile, tagliare con un coppapasta, mettere dentro un cucchiaino di farcia di ceci e chiudere in due pressando bene i bordi con i rebbi di una forchetta. Rifilare i bordi con la taglierina dentata.
Friggere in abbondante olio extra vergine d’oliva, far perdere l’unto lasciandole a sgocciolare su carta da cucina. Spolverizzarle con zucchero a velo e cannella.

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07 febbraio 2019
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