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Un motivo in più per conoscere la storia millenaria di Messina...

Una visita al MuMe, il Museo interdisciplinare regionale di Messina che si aspettava dal 1908

06 ottobre 2017
Un motivo in più per conoscere la storia millenaria di Messina...

Dallo scorso mese di giugno è finalmente fruibile dal pubblico la nuova sede, finalmente completa, del Museo interdisciplinare regionale di Messina (MuMe), struttura attesa da decenni: era fra le priorità della ricostruzione di Messina dopo il terremoto del 1908.
La struttura, iniziata nel 1984 e consegnata nel 1995, non risultava idonea alla tipologia delle collezioni e i fondi insufficienti e discontinui per la definizione dell'allestimento in rapporto alle superfici di oltre 4.700 metri quadri.
Negli ultimi anni, con la direzione di Caterina Di Giacomo, è stato possibile dare un'accelerazione ai programmi finalizzati alla fruizione della struttura - di fatto mai consegnata alla comunità - definendo interventi di adeguamento tecnologico e completamento dei percorsi espositivi grazie a finanziamenti Ue e a impegni della Regione.

Adesso, rivisitato il percorso espositivo delle opere (metà delle quali fino ad ora custodite nei depositi), il museo della città metropolitana di Messina racconta, attraverso la collezione permanente, la sua storia millenaria dal III sec. a.C alle soglie del XX.
Fra i capolavori, i due grandi dipinti di Caravaggio (realizzati da Merisi in fuga in Sicilia: "Resurrezione di Lazzaro" e "Adorazione dei Pastori") e le opere di Antonello da Messina ("Polittico di San Gregorio", prima opera datata e firmata del suo catalogo, e la tavoletta bifronte acquistata nel 2006 da Christie's di Londra con un "Ecce Homo" e una "Madonna con Bambino e francescano" di recente esposta a Taormina in occasione del G7).


La tavoletta bifronte dipinta da Antonello da Messina

Nel dicembre 2016 sono stati aperti al pubblico (e resi fruibili) il settore archeologico e l'ala nord del MuMe, con la grande produzione manierista, i due Caravaggio, la raccolta dei caravaggeschi. Adesso si consegna l'intero percorso medievale moderno, dall'iscrizione arabo-normanna, attraverso i secoli successivi, fino a qualche anno prima della catastrofe, con un'opera del 1904.
Una parte della collezione, inclusi gli Antonello e i Caravaggio, è stata sempre fruibile in tutti questi anni nella storica sede della ex Filanda Mellinghoff, opificio ottocentesco risparmiato dal sisma che ha anche ospitato mostre come l'antologica di Antonello nel 1981. L'antica Filanda è destinata all’ospitalità di mostre temporanee come le recenti esposizioni sul Futurismo (2015) e sul Mediterraneo (2016) in regime di art sharing con il Mart di Rovereto e quella con il Ritratto Trivulzio di Antonello, proveniente da Palazzo Madama di Torino).

ex Filanda Mellinghoff, opificio ottocentesco risparmiato dal sisma

Il Museo interdisciplinare regionale si inserisce in un Parco museale che per dimensioni e superfici espositive e operative si configura come uno dei più grandi del Meridione. Si estende, complessivamente, su oltre 17 mila metri quadri, nell'area dell'ex monastero di S. Salvatore dei Greci, attorno al quale è stato concepito e progettato negli anni Ottanta.
Gli spazi del Parco sono così ripartiti: Museo interdisciplinare 4700 mq di superficie su due livelli; Filanda Mellinghoff 1.100 mq; area a verde esterna 5.300 mq; seminterrato 3.000 mq: ospita la biblioteca, gli archivi, il caveau e i depositi. [ANSA]

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06 ottobre 2017
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