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Mostre a Palermo. "Liber Fare" a Palazzo Ziino

Piero Montana ci racconta alcuni dei "Libri d'artista" della collezione dell'Accademia di Belle Arti di Palermo

08 marzo 2018
Mostre a Palermo. ''Liber Fare'' a Palazzo Ziino

Il "libro d'artista" o "libro oggetto" o "non libro" si afferma oggi sempre di più come strumento di ricerca e di sperimentazione nel campo artistico contemporaneo. Ne è una conferma l’interessante mostra "Liber Fare" a Palazzo Ziino (che si potrà visitare fino al 30 marzo 2018), che espone per la prima volta la collezione completa dei Libri d'artista della Biblioteca dell'Accademia di Belle Arti di Palermo.
170 le opere in mostra, ma noi ne abbiamo scelto rigorosamente solo 8, quelle che più ci hanno suggestionato colpendo la nostra attenzione per la loro singolarità.

Il manoscritto di "Thomas le Solitaire", una versione precedente dell'opera di Maurice Blanchot "Thomas l'Obscur"

Prima di metterle in rassegna, da parte nostra solo una breve nota con la quale vogliamo mettere in rilievo l'importanza del libro d'artista, che nella sua realizzazione trasforma il libro in opera d'arte ossia in invenzione plastica e "poetica".
Il libro d'artista, che non possiamo sfogliare, leggere è un oggetto d'arte che esteticamente fa ricorso a quelle forme d'arte avanguardistica ma anche post moderna dalle quali è stato più contagiato, così che per esempio il futurismo, il minimalismo, l'arte concettuale, l'anacronismo ne costituiscono la fonte d'ispirazione arricchita però sempre da soluzioni plastiche, "oggettive".
"Il libro è tale - afferma lo scrittore, critico letterario e filosofo francese Maurice Blanchot - in assenza di lettura, diventa opera, ossia produzione incessante di senso quando esso viene arricchito dalla lettura, dall'investigazione ed interpretazione del lettore. Il libro d'artista diviene opera quando esso nella sua realizzazione plastica, al di là dell'ammirazione, sollecita lo spettatore alla ricerca della sua idea formale sia fisica che metafisica".

"In-visibile" di Carmela Corsitto

Avendo precisato questo passiamo ora in rassegna le 8 opere da noi scelte tra le 170 in esposizione, e per illustrare meglio il nostro pensiero a riguardo, incominciamo dal bellissimo "In-visibile" di Carmela Corsitto che, realizzato interamente in plexiglas, mette in mostra una luce fredda, la purezza, la sua verginità ossia quell'invisibile, come lo chiama l'artista, che non c'è dato da vedere senza una sua pregnante compenetrazione.
Più misteriosa, esoterica "Vertex", l'opera di Daniela Balsamo che nel libro coglie, individua le linee del destino (dell'autore, del lettore?) impresse in entrambe le palme delle mani.
Apprezzabile anche il libro oggetto di Giusto Sucato, che con pochi chiodi ritorti a mo' di titolo sulla copertina di un libro, crea un volume di una scrittura arcaica e sacra.

"Scompaginato" di Carlo Lauricella

"Scompaginato" di Carlo Lauricella invece è un'opera essenzialmente scultorea che richiama la bidimensionalità di Consagra ma che nella presentazione delle pagine scompaginate di un volume viene forse ad indicare i diversi piani di lettura impliciti in ogni autentica opera.
Il libro oggetto "Senza testo" di Grazia D'Arpa è tutto giocato su soluzioni molto plastiche, che danno al libro d'artista in questione forme sinuose sotto le quali è avvolto il contenuto informe ossia privo di scrittura.

Il Libro d'artista di Nicolò D'Alessandro

Molto pregnante "Eva" di Gina Nicolosi, che vuole dare al libro l'impronta della femminilità, di quella primordiale matrice da cui scaturiscono tutte le idee messe per iscritto e rivestite d'oro per la ricchezza inesauribile da esse prodotte.
Infine eccoci ai libri di Nicolò D'Alessandro ed Enzo Patti. Il primo con molta perizia calligrafica costruisce pagine post moderne di un sapere antico e ormai dimenticato, il secondo con altrettanta perizia allude forse con la sua opera "Come parlare col muro" alle difficoltà di comprensione di un sapere di certo ermetico.

Piero Montana

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08 marzo 2018
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